Rete 5G: Perché Aumentare i Limiti Elettromagnetici in Italia

Rete 5G Perché Aumentare i Limiti Elettromagnetici in Italia

I limiti posti alle frequenze elettromagnetiche sono, in Italia, fra i più bassi di Europa. Gli esperti tuttavia concordano sulla necessità di rivedere tale soglia, dal momento che potrebbe ostacolare lo sviluppo della rete 5G e risultare eccessivo rispetto ai reali rischi esistenti per la salute umana.

I Limiti Elettromagnetici e la Rete 5G

I limiti di esposizione ai campi elettromagnetici sono, in Italia, incredibilmente più bassi rispetti a quelli vigenti nel resto d’Europa. Questa scelta da parte del governo, non supportata da alcuna evidenza scientifica, potrebbe limitare lo sviluppo della rete 5G.
Questi vincoli sono utilizzati anche nella realizzazione di infrastrutture (anche quelle vecchie), con lo scopo di “proteggere” coloro che abitano nelle immediate vicinanze (decine di metri, non di più). La progettazione delle strutture di rete, oltre a basarsi sui limiti elettromagnetici, deve tener conto di:

  • copertura dell’area;
  • qualità del servizio (velocità di trasmissione);
  • capacità della rete.

I limiti italiani, essendo piuttosto bassi, hanno causato la costruzione di un numero di infrastrutture maggiore, in modo da garantire la copertura di una determinata area. Tuttavia, riconvertire queste infrastrutture già esistenti al 5G potrebbe, in alcuni casi, causare problemi, in altri essere praticamente impossibile. Risulta dunque necessario individuare nuovi siti dove costruire infrastrutture; si tratta tuttavia di un processo molto lungo, dal momento che devono essere “trovati” i centri urbani più adatti per ospitarli.

Come Sono Formulate le Linee Guida Internazionali?

Esistono delle linee guida internazionali che regolano l’emissione delle frequenze elettromagnetiche, prese come canone dalla maggior parte dei paesi europei ed internazionali. Queste sono state emanate da:

  • ICNIRP, ovvero la Commissione Internazionale per la Protezione dalle Radiazioni non Ionizzanti;
  • IEE – ICES, ovvero Istituto degli Ingegneri Elettrici ed Elettronici ed il Comitato Internazionale sulla Sicurezza Elettromagnetica.

Sono entrambe due organizzazioni non governative, riconosciute dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dall’Unione Europea. I criteri utilizzati rispondono chiaramente allo scopo di proteggere la popolazione dagli effetti nocivi causati dalle radiofrequenze, che sono di natura termica. I limiti, determinati nel 1998 e confermati dopo ulteriori approfondimenti nel 2018, sono 50 volte inferiori alle soglie di pericolosità stabilite. I limiti elettromagnetici vigenti in Italia, invece, sono circa 100 volte inferiori a quelli stabiliti dalle linee guida internazionali.

  • Linee Guida Internazionali: valore limite di 61 V/m, pari a circa 10 W/ m2
  • Italia: valore limite 6 V/m, pari a circa 0,1 W/m2

Impianti Attuali e Rete 5G

Per stabilire le risorse necessarie all’utilizzo del 5G, è stata effettuata una “simulazione” da parte degli operatori, con lo scopo di capire a che punto è la situazione in Italia. Sono state prese ad esempio delle città con dimensioni e popolazioni differenti, da poter utilizzare come “campione” per gli altri centri urbani.  Dalla simulazione, gli operatori hanno constatato l’esistenza di due tipologie di impianti:

  • non espandibili, quindi non riconvertibili ala nuova tecnologia a causa dei limiti imposti per legge;
  • espandibili e dunque utilizzabili per la rete 5G.

La quantità di impianti espandibili non è sufficiente alla copertura dell’intero territorio nazionale; utilizzando solo questi, la rete 5G sarà di pessima qualità, con copertura minima e, di conseguenza, non sarà possibile sfruttare a pieno le capacità della nuova tecnologia.
Un innalzamento dei limiti renderebbe tutti gli impianti espandibili, garantendo la realizzazione con qualità e copertura ottime. Inoltre, non sarà necessaria la costruzione di nuovi siti: questi saranno realizzati solo in un secondo momento, qualora dovesse aumentare il traffico da parte degli utenti.

Differenze fra Impianti Precedenti ed Infrastrutture 5G

I limiti delle frequenze corrispondono chiaramente ad altrettanti vincoli nella costruzione degli impianti. Questi devono chiaramente rispettare i limiti per coloro che abitano a poche decine di metri; a distanze maggiori, l’esposizione è praticamente nulla.
Nella costruzione degli impianti, per rispettare i limiti deve essere presa in considerazione la somma di tutte le potenze in tutte le bande di frequenza. La differenza negli impianti è la seguente:

  • le antenne delle reti precedenti (2G, 3G e 4G)  sono statiche e di conseguenza meno efficienti, poiché irradiano la potenza, anche inutilmente, in tutte le direzioni e non solo verso l’utente che necessita della connessione;
  • le antenne usate dal 5G sono definite dinamiche, poiché irradiano la potenza solo nella direzione dove si trova il terminale dell’utente e solo nella misura richiesta; il paradosso sta nel fatto che queste antenne producono, di conseguenza, un minor inquinamento elettromagnetico.

Il Parere di Guindani alla Camera

Pietro Guindani, presidente di AssTel, ha partecipato ad un incontro alla Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera, incentrato soprattutto sul 5G. Qui ha sottolineato, sin dalle prime battute, la necessità per l’Italia di adeguare la propria normativa alle Linee Guida Internazionali. Secondo Guindani, è importante garantire alla nuova rete la massima velocità ed efficienza, sia tramite la posa dei cavi in Fibra Ottica che mediante l’installazione delle nuove stazioni radio 5G. I limiti di emissione sono in Italia  “ingiustificatamente più bassi” di quelli applicati in UE, definiti già ampiamente “cautelativi“.
Guindani conclude dicendo che:

tutte le evidenze scientifiche oggi disponibili, incluse le evidenze mediche, depongono a favore della correttezza delle soglie raccomandata dalla comunità scientifica internazionale organizzata nell’ICNIRP, commissione riconosciuta sia dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che dall’Unione Europea“.

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